Ho visto cose…

Voi non vivete qui, non lo sapete. Voi abitate altrove, lo so, non avete idea. Dell’infinita pazienza che occorre per questa città. Che in poche fermate, di autobus o metropolitana che sia, ti porta al Cairo oppure a Shangai. Con donne velate e draghi di cartapesta. Voi non vi mettete in fila, ogni giorno, per qualsiasi cosa. Anche per un caffè. Non dovete studiare mappe, orari, coincidenze. Non dovete parlare tutte le lingue del mondo, senza comprenderne nemmeno una. Per rispondere a qualcuno che non sa. Dove si trova quella via, il bar, la questura. Le valigie con le rotelle trascinate ovunque. C’è sempre un esodo, qui. Anche senza Mar Rosso, anche senza una meta. Timbra il biglietto, vai. E i negozietti dove puoi trovare tutto, anche quello che non ti serve. Costa poco, compralo ugualmente. I cinema, i teatri, i concerti. Tanti manifesti da leggere ogni giorno, non puoi indugiare. Stasera o niente. Voi non sapete, di chi per pochi spiccioli, canta, suona, mette in mostra sfortuna e dolori. Tanti, troppi. E i posti dove mangi di corsa. Si, puoi mangiare il mondo, basta che ti sbrighi. Che c’è altra gente, ancora, che aspetta. Voi non conoscete gli alberi e le aiuole avvelenate dal cemento. Le panchine vuote, l’odore degli scappamenti. La sera che ti sorprende schiacciato, come tutti gli altri, su un treno. Dieci minuti e sei a casa, ma non riesci a respirare. Sei stanco, hai fatto di tutto, hai visto tutto. E domani si ricomincia.